Melbourne

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domenica 22 febbraio 2015

GIORNO 16 - IL FAR NORTH E CAPE TRIBULATION



GIORNO: 19/02/15
STATO: QUEENSLAND
KM GIORNALIERI: 210
PARTITI DA: Babinda
ARRIVATI A: Cape Tribulation




Nonostante fossimo immersi nella giungla, è stata una delle nottate con meno insetti. Piuttosto riposati, lasciamo il campeggio e puntiamo a Nord. L’obiettivo del giorno è arrivare a Cape Tribulation, che si trova a circa 200 km, sempre lungo la costa. Il tragitto è una continua tentazione di deviazioni laterali che portano a cascate, percorsi naturalistici, parchi naturali.

Rex Lookout
In meno di un’ora siamo a Cairns. La attraversiamo senza fermarci e continuiamo. Poco dopo Cairns la strada si affaccia sulla costa. I cartelli ci indicano che la strada che stiamo percorrendo attraversa un’area “patrimonio dell’umanità”. La litoranea si snoda tra foreste di mangrovie e palme sulla nostra sinistra e l’oceano sulla destra. In molte zone manca addirittura la spiaggia e le palme e le mangrovie spuntano direttamente dall’acqua, il tutto a pochi metri dalla strada. Percorriamo 50 km di saliscendi sino a Port Douglas e continuiamo verso nord, verso il Daintree river. Arriviamo sulla riva del fiume e scopriamo che per arrivare a Cape Tribulation l’unica via percorribile è quella di prendere il traghetto che attraversa il fiume. 24$ e 5 minuti dopo siamo sulla sponda nord del river. La strada si fa stretta e la foresta sempre più fitta. 
Arriviamo al Daintree Forest Discovery Centre, scendiamo dal van, paghiamo ed entriamo nel parco. Ci viene consegnata una guida interattiva, decidiamo di prendere l’opzione in italiano, un po’ per pigrizia un po’ per comodità. Ci mettiamo appena 2 minuti a capire che la guida in Italiano è quanto di più patetico e grottesco potessimo trovare. Un misto di errori grammaticali e traduzioni letterali e la parte peggiore è che il tutto è letto e registrato da una persona chiaramente madrelingua, che si suppone avesse dovuto rendersi conto di quanto potesse sembrare ridicolo quello che stava leggendo. 
Ci dà il benvenuto nel parco un ragno di almeno 10 cm di diametro al centro di una ragnatela enorme nella veranda del caseggiato d’ingresso.
Daintree Rainforest
Percorriamo le passerelle che passano a mezza altezza tra le cime degli alberi e il suolo umido. Poco più in là un ruscello fa da contraltare alle mille voci diverse di altrettanti volatili mimetizzati tra le chiome. Arriviamo al centro del parco e saliamo sulla torre per avere una visuale completa dell’area sulla quale ci troviamo. Attorno a noi tutto è rigoglioso, vivo. Percorriamo i vari sentieri nella speranza di avvistare un casuario, ma nulla. intravediamo appena sotto la passerella un pitone marrone e beige che pare sonnecchiare. Usciamo dal parco e continuiamo verso la Jindalba walk. Parcheggiamo e ci addentriamo nella giungla. Ancora una volta siamo sommersi da un verde che non conosce inverno. Siamo ormai alla fine del percorso quando da un ponticello che passa sopra uno dei numerosi corsi d’acqua finalmente riusciamo a vederlo: il casuario!
Casuario
Non sembra preoccuparsi della nostra presenza, beve e si gratta il fitto piumaggio con il becco. Poi si avvicina al ponticello, passa sotto e risale verso il nostro livello alla ricerca di bacche e altro cibo. Percorre parallelamente a noi le poche decine di metri che ci separano dal parcheggio e decide di uscire fuori dalla giungla. Non sembra infastidito da noi e da alcune altre persone che si fermano per scattare alcune foto. Dopo una breve passeggiata lo vediamo scomparire di nuovo nella giungla. Un incontro veramente particolare e interessante soprattutto in virtù della rarità dell’animale.
Arriviamo a Cape Tribulation nel tardo pomeriggio. Paghiamo il campeggio e ci avviciniamo alla spiaggia. Tra il campeggio e l’oceano una passerella di alcune decine di metri sopra un terreno umido e fangoso, con le onnipresenti mangrovie che disegnano una fitta trama.
Attorno a noi centinaia di piccoli granchi, marroni e rossi che scavano piccoli tunnel, passeggiano e si nascondono. Arriviamo alla spiaggia e la troviamo deserta. Di fare il bagno non se ne parla nemmeno visto il concreto pericolo di meduse durante questa stagione. Torniamo al campeggio e ci consoliamo con un tuffo in piscina. Giochiamo con un frisbee e ci rinfreschiamo quando a un certo punto arriva un ragazzo che ci chiede “Italiani?”.
Scopriamo che è di Olbia e sta facendo woofing presso il campeggio. Si chiama Alessandro ed è arrivato da appena tre settimane in Australia, due delle quali passate a Brisbane. 
Per woofing si intende il lavoro in cambio di vitto e alloggio. E’ una pratica abbastanza diffusa soprattutto nelle aree regionali tra i working holiday che riescono in tal modo ad accumulare giorni di lavoro per il rilascio del secondo visto. Il tutto è legale e regolamentato dal governo. 
Mall Beach - Cape Tribulation
Decidiamo di andare a scattare due foto alla spiaggia al tramonto prima di cena.
Durante la cena sentiamo altre due voci italiane. Sono Monica e Walter, una coppia di mezza età di Firenze in vacanza tra sud est asiatico e Australia. Sono già stati in Tailandia e ora si stanno girando la costa est. Ci esprimono le perplessità che hanno trovato sul posto che sono le stesse che avevamo trovato anche noi. Soprattutto il fatto che non avendo consapevolezza del luogo non riusciamo a capire quanto il pericolo di meduse e coccodrilli possa essere reale il che ci lascia in uno stato di costante allerta quando ci troviamo in prossimità di corsi d’acqua e spiagge ma anche solo pozze d’acqua e canali. 
Passiamo una piacevole serata in loro compagnia, ci raccontano dei loro viaggi attorno al mondo e scambiamo alcune considerazioni sullo stato dell’Italia e sulle differenze che abbiamo trovato vivendo qua in Australia. 
Andiamo a letto con la promessa di scambiarci il contatto la mattina dopo.

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