Melbourne

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venerdì 13 febbraio 2015

GIORNO 8 - THE RED CENTRE

GIORNO: 11/02/15
STATO: NORTHERN TERRITORY
KM GIORNALIERI: 335
PARTITI DA: Mt Ebenezer
ARRIVATI A: Yulara


Curtin Springs è la prima tappa rifornimento, direzione Uluru. I prezzi del carburante sono alle stelle e ci piange il cuore pensare ai prezzi di Melbourne. Cerchiamo di sfruttare ogni tappa per andare in bagno, ma l’esperienza della notte precedente, tra insetti stecco, blatte, cavallette e falene giganti, sembra non arrestarsi. I bagni sono sommersi di specie di falene grossissime e lunghe, che quando entri nella toilette, te lo ritrovi a 10 cm dal naso. Non si sa quale wc scegliere: quello che ha le cavallette sul muro, le falene nel water, gli scarafaggi per terra. Proseguiamo disgustati dalla spesa e dai bagni (per non parlare delle mosche innumerevoli), in direzione Uluru. 
Mt Conner dalla Lasseter Highway
Dopo una distanza di circa 200 km, iniziamo a intravedere qualcosa, ma sappiamo già che non si tratta del monolite ‘’Uluru’’, bensì di Mt Conner conosciuto anche come ‘’Fooluru’’ proprio per la quantità di persone che  lo confondono. Altrettanto favoloso di certo, ma non l’’’autentico’’. Il caldo ci sta devastando: 40 gradi e non è nemmeno ora di pranzo, il van è rovente e non è possibile fare soste per via delle mosche e ovviamente per la temperatura. Stiamo bevendo acqua a più non posso, ma sembra non bastare mai. Organizziamo la giornata tenendo conto del percorso più conveniente per visitare sia Uluru che Kata-Tjuta, un altro massiccio montuoso a 30 km di distanza. Decidiamo di fermarci innanzitutto al villaggio turistico di Yulara, per riprenderci un pochino. Passiamo ore e ore a saltare da un negozio all’altro, dal supermercato al bar, per godere il più possibile dell’aria fresca. A metà pomeriggio ci spostiamo verso Uluru e anche qui, passiamo il tempo all’interno di una mostra-museo di arte aborigena, principalmente con aria condizionata. In realtà è tutto molto interessante: i quadri esposti e i manufatti in legno, sono opere degli aborigeni: ogni cosa ha un significato ben preciso ed è accompagnata dalla scheda anagrafica dell’autore aborigeno. Per molti degli artisti la data di nascita è  ignota e quindi ci si affida a dei "circa 1950" et similia. In altre due sale proiettano dei filmati; sono molto interessanti perchè ti immergono nella realtà degli aborigeni che ancora vivono nell’Outback australiano senza contatti con il resto della popolazione. 
Kata Tjuta
Alle 5 dobbiamo lasciare anche questo posto, così decidiamo di incamminarci verso Kata-tjuta, di cui vedremo il tramonto più tardi. Oggi nel complesso è stata una giornata un po’ scoraggiante; ci siamo resi conto che non siamo in grado di gestire queste condizioni a lungo, e pensare che chi fa viaggi di questo tipo in inverno, ha temperature medie di 20 gradi, ci fa mangiare le mani. Siamo anche consapevoli che il nostro unico periodo a disposizione è questo, ma non è sufficiente per riuscire a gestire la situazione. Anche a kata-tjuta, come anche a Uluru e Yulara, dobbiamo indossare la retina da testa per le mosche, appena prima di scendere dal van. Solo il rumore è fastidioso, in più vedere 40, 50 mosche sul proprio corpo, fa impazzire. 
Uluru al tramonto
Diamo priorità ad Uluru per il tramonto, così lasciamo Kata-Tjuta che il sole ancora è alto e torniamo verso Uluru. Il cambiamento di colori è meraviglioso; la silhouette, le ombre, le gole: 
fa emozionare. Il buio cala velocemente, allora riprendiamo il van e andiamo al villaggio turistico, unico posto dove ci sia un campeggio per stare; il successivo è a 100 km ed è il posto con i bagni più schifosi mai visti (per ora). Solita routine, doccia, cena e sistemazione van. No, questa volta non va così, questa volta dobbiamo affiancare a tutto ciò: cavallette, scarafaggi e falene. Come si può rimanere tranquilli a cucinare quando delle falene volano ad altezza uomo e devi schivarle? Quanto è schifoso pensare di dormire nel van con due cavallette dentro, e quando felice che sei riuscito a mandarle via, entra dentro uno scarafaggio? Siccome non stavamo sudando abbastanza, ci siamo ritrovati a correre da una parte all’altra, sbracciando e scalciando, cercando di uccidere quello schifo di esseri viventi, con ogni arma possibile. Dopo aver isolato il van e tappato ogni spiffero delle zanzariere, riusciamo finalmente a coricarci e morire dal caldo in tutto relax. 

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