Melbourne

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giovedì 11 giugno 2015

SIAMO AGLI SGOCCIOLI...

E' tempo di fare il conto alla rovescia, ma questa volta è per volare verso l'Italia. 
A dir la verità stiamo cercando di evitare di farlo, il conto. 
Come quando mancava un mese alla partenza, a Marzo dell'anno scorso, anche ora la mente è carica di emozioni. Ogni giorno tutto assume sfumature diverse e quella che ormai era diventata una routine, torna di nuovo ad essere qualcosa di speciale. Ora c'è la consapevolezza che tra meno di un mese tutto finisce, tutto sarà un ricordo intensissimo ricco di nostalgia e soddisfazione. Ed è per questo che, il viaggio in bus in città, la passeggiata tra le mille vetrine dei negozi, i fiumi di gente per le larghe strade, i vetri lucenti dei palazzi, si rimpossessano della magia dei primi mesi qua a Melbourne. Persino camminare per andare alla fermata e poi a lavoro, ha una nuova sfaccettatura. E' l'idea di non rivedere più tutte quelle persone, che dà inizio al magone che fa fatica a scendere giù per la gola. Infatti anche pensando di tornare qua per una vacanza, tra parecchi anni, si sa che loro, i residenti del centro, difficilmente ci saranno ancora. Di certo non tutti. Ma la pesantezza dei saluti l'ho già provata a Dicembre, quando ho concluso il mio ultimo giorno di lavoro e ancora pensavamo di andare via ad Aprile. In sostanza, so cosa mi aspetta l'8 luglio, per la seconda volta. Quella vera. 
E cerco qualche appiglio ogni tanto, per ammortizzare la malinconia. Penso che per fortuna abbiamo lentamente detto addio alle cose. Pensare di finire il nostro viaggio con il van, venderlo, finire la scuola, finire a lavoro, comprare le valigie e riempirle, il tutto nello stesso mese, sarebbe stato un carico difficile da reggere. E invece ho potuto spalmare i vari pianti nell'arco di 5 mesi. Il viaggio è finito a Marzo, il van l'abbiamo visto lasciare casa a maggio; abbiamo lentamente riempito le valigie, e tra la fine della scuola e il volo c'è un mese.
E poi c'è il fattore Inghilterra. Ebbene si. L'idea di dover ripartire tra qualche mese, non può che aiutare il trauma da ''abbandono Melbourne''. Perché è questo che la gente non vuole capire. Non si tratta di non voler tornare in Italia, di non volere vedere amici e parenti. Si tratta di lasciare una città meravigliosa dove si è vissuto nell'ultimo anno e 3 mesi. La città dove ho iniziato la mia esperienza lavorativa, dove ho imparato l'inglese, dove mi sono impegnata per lavorare in inglese. E' a Melbourne che ho conosciuto persone da tutte le parti del mondo; è a Melbourne che ho confermato la bellezza della conoscenza delle culture altrui, delle diversità ma sopratutto delle migliaia di cose in comune, talvolta impensabili. E' qua che ho imparato che la diversità è normalità, che la libertà è tutto. 
E domani è l'ultimo giorno di scuola. Un'altra bella avventura. Ennesima testimonianza di cosa può lasciarti nella memoria, un gruppo di ragazzi provenienti letteralmente da tutto il mondo. Sapere che essere cresciuti in Sud America, in Asia o in Europa, non cambia le ambizioni di un 25enne, la sua voglia di viaggiare. C'è Maria, che viene dalla Colombia, che sogna di diventare un'attrice e si esibirà in un teatro di Melbourne la settimana prossima; c'è Ivan, spagnolo, che allena una squadra di calcio, grazie alla sua carriera di giocatore in Spagna. Poi c'è Sooye, che è Sud Coreana ed è un'ostetrica. Martina, isolana come noi, ma dalla Sicilia, che sa mille lingue e non si ferma mai di viaggiare... Ksinia, russa, che tutto si può dire ma non che non abbia le idee chiare su matrimonio e famiglia. 
In ogni caso, qualsiasi sia il motivo che ci ha spinti tutti a scegliere Melbourne come tappa del nostro percorso, resta il fatto che le nostre strade si siano incrociate e, per un determinato momento, andate in parallelo. 
Poi c'è chi vuol restare qua e sta cercando di stare al gioco delle leggi australiane, per ottenere chissà quale visto. Ma c'è chi vuole andare via perché è il suo paese quello dove vuol stare. 
Sta di fatto che al 99% queste persone non le rivedremo più e ricordarle sarà come se rimanessero chiuse e pietrificate in quell'aula a scuola, o alla casa di riposo. Invece chissà dove saranno e che progetti hanno in mente. 
E il nostro, di progetto, è di andare in Inghilterra. Oramai si può definire una certezza. E sarà tra qualche mese. Solamente mettendosi in testa un altro obiettivo, si ha l'energia di continuare, andare avanti e cambiare. 
Melbourne mancherà tanto in ogni caso. E i ricordi sono talmente troppi che non posso che ringraziare la me stessa di un anno fa, che ha voluto iniziare a scrivere nel blog. 
Vivere a Fairfield, cercare il lavoro. Essere assunti al centro ''Assisi'' e andare a lavoro in bicicletta e in metro la mattina alle 6 e mezza di inverno. Trasferirsi ad Heidelberg, andare in Nuova Zelanda. Finire di lavorare, progettare i 40 giorni di viaggio. IL VIAGGIO, nulla da aggiungere. E poi ancora trovare casa a Bellfield, iniziare la scuola e progettare e ancora progettare, per non fermarsi un secondo e rimanere senza nulla da aspettare.
Mi rimangono ancora 4 settimane per imprimere tutto il possibile nella memoria e soprattutto per non pentirmi, appena metto piede in aereo, di non aver fatto o visto qualcosa; ma anche così, posso confermare che con Melbourne sentirò per sempre un legame speciale.