Melbourne

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mercoledì 10 dicembre 2014

Video viaggio Nuova Zelanda




I video, come sempre, sono il riassunto dell'esperienze, visto dagli occhi di Gabriele.
Io continuo a suggerire una versione del video fatta con musica Maori u.u.

Francesca


venerdì 5 dicembre 2014

Sardinian Cultural Association (Vic) - Barbecue di fine anno

Di certo un anno fa, se ce l'avessero raccontato, ci saremmo messi a ridere dall'improbabilità del tutto. E invece no. Domenica 30 Novembre eravamo proprio di ''prangiu''. La location era nient altro che il giardino del centro Assisi, sotto ad un lunghissimo porticato che ci ha offerto la protezione dai 35 gradi di quella giornata. A coinvolgerci in tutto questo è stato Paolo, il presidente dell'associazione, e noi abbiamo accettato felicissimi. La giornata era destinata al ringraziamento dei soci tesserati con barbecue di fine anno ma siamo stati ospitati anche noi con molto piacere. 
E così abbiamo gustato nuovamente qualche sapore sardo come la salsiccia, l'agnello arrosto, le ciambelle, la crostata e l'acqua vite e via dicendo. E poi ovviamente l'immancabile caffè dalla moka come finale della ''scampagnata''. 
La tavolata di persone era piuttosto ricca e varia, infatti si spaziava dal Cagliaritano, al Nuorese, all'Oristanese e al Sassarese! Tutto era piuttosto irreale, ma forse l'apice si è raggiunto quando si parlava in sardo o quando si citavano paesini sperduti in mezzo alla Sardegna. Ma difficile dimenticare l'arrivo al parcheggio, prima del pranzo, quando ad attirare la nostra attenzione è stata una macchina targata: BELVI. Si, dovete sapere che qua in Australia è legale personalizzare le targhe. Ma siccome ne abbiamo lette di tutti i colori, abbiamo pensato che anche questa volta si trattasse di un nome scritto in inglese ''pronunciato'' o comunque qualcosa di personale. E invece no, chiacchierando con gli ospiti abbiamo scoperto che faceva riferimento proprio a Belvì!!!
In ogni caso...
Il pranzo è stato seguito da una simpaticissima lotteria a premi (dove ovviamente io e Gabry non abbiamo vinto) e dal discorso del presidente Paolo. Paolo ci ha ringraziato a nome dell'associazione per aver festeggiato con loro e ci ha regalato le maglie dall'associazione, il giornalino e il libro. Inutile dire che ci ha fatto un piacere immenso ricevere quei regali, tanto quanto esser stati invitati al pranzo e aver passato un pomeriggio in compagnia di simpaticissime persone che ancor più di tutti gli italiani che abbiamo incontrato fino ad ora a Melbourne, capiscono e rispettano la nostra cultura sarda.
Ringraziamo ancora una volta tutta l'associazione per la ''sarda'' accoglienza e accettiamo con molto piacere l'invito di scrivere un articolo per la vostra Newsletter in cui racconteremo la nostra esperienza.

A si biri!
Gabriele e Francesca


L'associazione è stata fondata nel 1987 e comprende 300 membri; è impegnata nell'organizzazione di eventi indirizzati sia ai giovani che agli anziani.


Per i curiosi, qualche link interessante:

Sardinian Cultural Association (Vic) - Web Site (sito internet)
http://www.sardi-melbourne.com/index.html

Sardinian Cultural Association (Vic) - Book (libro)
http://www.sardi-melbourne.com/Ajo'%20in%20Australia.html

Sardinian Cultural Association (Vic) - Newsletter (giornalino)
http://www.sardi-melbourne.com/Newsletters.html




giovedì 4 dicembre 2014

NUOVA ZELANDA: from Rotorua to Auckland (North Island - parte 2)

02/11/14 giorno 4

Ci svegliamo con l'idea che anche durante i giorni passati ci balenava in testa: farci un tatuaggio ricordo della NZ. Il tattoo shop lo troviamo, peccato che è domenica ed è tutto chiuso; rimandiamo l'idea ad Auckland. Ancora una volta saliamo in macchina e decidiamo il tour giornaliero: decidiamo di andare al museo. IN realtà una volta lì, mi passa la voglia di entrarci: la brochure non è per niente invitante e poi mi sono ricordata le parole di non so chi, che dicevano che qua è un po' ''tutto fumo e niente arrosto'' e diciamo che non c'è poi così tanto da vedere in un museo in un territorio come la NZ. E il prezzo del biglietto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo tutto però, l'edificio del museo e la piazza, sono stati degni di parecchi scatti.

Cambiamo destinazione. Il retro del giardino della casa del custode, ci ha portati in un boschetto vicino ad un lago; la presenza però di abitazioni con coperture in eternit, ci ha fatti allontanare. Gabriele invece ha deciso di scappare non a causa della proprietà privata, quanto rincorso da una gallina blu che aveva deciso di beccarlo. Ma non beccarlo senza motivo come pensa lui, ma in quanto lui si è messo a disturbarla sfidando le sue capacità di corsa. Decidiamo di raggiungere il lago costeggiandolo con la macchina e fermandoci in un altro punto. Sapevamo che la Nuova Zelanda è ricca di laghi che giacciono su caldere di vulcani, ma ritrovarcisi davanti fa un altro effetto. Il lago è gigante innanzitutto; ma è il colorito che ci ha stupiti. La riva è di un giallo pallido che ci ha fatti pensare quasi subito allo zolfo; e difatti guardando tutta la superficie del lago sembra quasi torbido dall'alta concentrazione di minerali. Ma ciò che ha attirato l'attenzione è stata un buca scavata dall'erosione, in riva, con all'interno vera e propria acqua bollente. Nemmeno il tempo di stupirci per quella, ci siamo resi conto che ne eravamo circondati. Dopo il lago giallo, ci siamo spostati più in la, in un'altra parte di riva. Questa volta abbiamo trovato una marea di animali: gli immancabili gabbiani, i cigni neri, le oche.
Come due bambini, stupiti da quanto si facessero avvicinare, ne abbiamo approfittato per scattare qualche ''ritratto'' e giocarci un po'. Ma la mattina stava volando quindi abbiamo deciso di proseguire il viaggio verso Nord-Ovest, ossia in direzione Auckland, cercando di capire quali tappe potessimo scegliere lungo il percorso. Così ci siamo affidati ad una delle mille brochure e libretti turistici e ci siamo avviati verso il cosiddetto ''Buried Village'': il villaggio sepolto. Una volta arrivati li abbiamo però capito che non era così semplice visitarlo a causa del costo ma sopratutto del tempo necessario per compiere il percorso prestabilito per arrivarci. Ci siamo allora limitati a conoscerne la storia:Nel 1886 l'eruzione del vulcano uccise 120 abitanti del villaggio. Nell'ora successiva, prima di arrivare ad un altro bellissimo lago, ci siamo fermati lungo la strada ad ammirare i favolosi paesaggi totalmente verdi, con il lago sullo sfondo, immagini da cartolina. Questa parte è ricchissima di felci e alberi in genere, quindi eravamo ancora una volta immersi nel verde; poi siamo stati di nuovo fortunati meteorologicamente parlando, infatti il sole non ha fatto altro che accentuare le bellezze della natura.
 Ed ecco un altro lago. Dopo una lunga passerella di gradini in legno, arriviamo in basso in una caletta  ancora una volta estasiati dal quadretto che gli alberi riescono a creare con la loro vicinanza all'acqua. Anche qui, decine di foto, una passeggiata in riva giusto per bagnarsi i piedi, e di nuovo in macchina per seguire la tabella di marcia e arrivare ad Auckland per il tramonto.
Prossimo obbiettivo del viaggio: TROVARE HOBBITON (villaggio del film ''Il signore degli anelli, per chi non lo sapesse).
Di dove si trovasse precisamente, non ne avevamo la minima idea. L'unica indicazione che avevamo, era su una micro cartina di una brochure, senza dettagli o nomi di città o villaggi nelle sue vicinanze. Diciamo che ci siamo avvicinati per puro caso. Ma prima di arrivare nel luogo vero e proprio del set cinematografico, abbiamo fatto tappa a TIRAU, un paesino, se così si può chiamare, dove hanno un po' di manie di grandezza. Fatto sta che dopo aver pranzato nell'ennesimo bar/fast-food, per chiedere delle benedette informazioni su come arrivare ad Hobbiton, siamo dovuti entrare dentro un cane, ossia l'ufficio turistico. Con alcune indicazioni in più, abbiamo scoperto di essere solamente a 10 km dal set, quindi ci siamo diretti verso Matamata.
Eccoci ad Hobbiton! E non c'è da sbagliare, dato che è scritto ovunque: Bus, cartelli, paletti, ufficio ticket, maglie, souvenir e via dicendo. Ma ecco che ben presto scopriamo che il business che c'è dietro questi film, non si ferma davanti a niente. Solo una è la strada che porta al set cinematografico, solo un modo esiste per andarci: il bus gestito dal caseggiato ticket-souvenir. 70 dollari di entrata, non sono nemmeno tanti. Ma diciamo che non siamo così infogati con la trilogia dei film tanto da spenderli! Quindi come dei geni fatti e formati, secondo noi possiamo evitare la spesa andando a cercare un altro accesso al villaggio. Ovviamente nessuno ci ha mai pensato e ovviamente i gestori non hanno fatto in modo che non ci fossero altri modi per arrivarci. Dopo 10 minuti di strade bianche che non facevano altro che allontanarci dal posto, ci siamo rassegnati e abbiamo capito che non avremmo mai visto Hobbiton. Qualche amico fan ci sgozzerà quando torneremo in Italia.
Mancano ancora 180 km per arrivare ad Auckland (circa 2 ore e 30), è pomeriggio e la stanchezza del viaggio inizia a farsi sentire. Vogliamo arrivare prima del tramonto perchè così andiamo all'altra parte della baia di Auckland e facciamo un time-lapse. Dobbiamo trovare un ostello però, e non avevamo di certo considerato il fatto di dover trovare parcheggio in questa città dove i parcheggi sembra non esistano. Dopo aver girato e girato per almeno un'ora per chiedere preventivi agli ostelli e trovarne con camere libere, ecco che ne troviamo uno, ma non un parcheggio, bensì un ostello. Decidiamo di darci il cambio per stare in macchina intanto che l'altro si fa la doccia, in maniera tale da essere in tempo per vedere questo benedetto tramonto, considerando che per raggiungere l'altra parte della baia ci sono 14 km di traffico. Tralasciamo la parte di quanto fosse cesso l'ostello (del tipo che la stanza non aveva nemmeno finestre) e arriviamo direttamente a Devonport, dove le luci del tramonto sullo skyline di Auckland, promettono un bel time-lapse. E ancora a scattare foto su foto, fino a quando lo stomaco inizia a brontolare e allora è il caso di cercare un posto dove mangiare.



Non so cosa ci spinga sempre verso le pizzerie italiane anche se non di proposito, ma anche questa volta siamo finiti davanti ad una rucola grana e crudo made in Italy. Certo il forno a legna quella pizza non l'ha nemmeno visto, ma ci siamo accontentati e abbiamo passato una piacevole serata. La cameriera ci ha inoltre informati del fatto che fossimo i primi italiani che abbia visto negli ultimi sei mesi. La percentuale di italiani in Nuova Zelanda non è infatti minimamente paragonabile a quella australiana. Dopo un po' di chiacchiere, ci dirigiamo nuovamente verso Auckland per fare una passeggiata nel centro. Tralasciamo nuovamente il fattore ''parcheggio'' per risparmiarvi le pene che abbiamo sofferto. Il punto di interesse principale di Auckland è senz'altro la Sky Tower, 222 metri di altezza, 328 metri considerando l'antenna.
L'idea era quella di salirci l'indomani, nonché ultimo giorno, se non fosse stato per la pioggia e la giornata orribile. Gli edifici così ''cementosi'' non sono precisamente per i miei gusti, però le luci artificiali la notte e quelle naturali del giorno dopo, hanno dato alla torre un aspetto diverso. E' ora di andare a dormire; anche in questa giornata abbiamo fatto una buona dose di km: 300 non sono sicuramente paragonabili a quelli dei giorni precedenti, ma pesano comunque.

03/11/14 giorno 5

Sapevamo che 5 giorni sarebbero volati e che non sarebbero stati sufficienti nemmeno come ''antipasto'' per poter dire di aver girato la Nuova Zelanda. Ma noi ci siamo ''accontentati'' delle meraviglie che abbiamo visto, dei posti nuovi, degli animali mai visti e così via. Abbiamo deciso di passare la mattina girando per la città e siccome farlo senza una meta non ci piaceva, abbiamo deciso di cercare nuovamente un tattoo shop e perché no? anche un parrucchiere. Arrivati alla conclusione che il parrucchiere era meglio cercarlo a Melbourne, italiano, ci è rimasta solo la ricerca di chi, per pochi dollari, potesse farci una piccola felce (simbolo della NZ) prima di dover andare a prendere l'aereo. Il tutto riassunto in una sola parola: IMPOSSIBILE.
E infatti ci siamo diretti nel pomeriggio verso l'aeroporto, con una marea di libretti e depliant delle isole, con un'esperienza bellissima alle spalle, con tanta voglia di riposarci, con l'idea di dover andare a lavoro il giorno dopo... ma senza tatuaggio.

sabato 29 novembre 2014

NUOVA ZELANDA: from Wellington to Rotorua (North Island - parte 1)

01/11/14 giorno 3
Partiamo presto da Wellington e alle 8 e mezza siamo già in viaggio. Usciamo dalla città abbastanza agevolmente e ci ritroviamo sulla prima strada da quando siamo atterrati che possa essere propriamente definita "autostrada" o "superstrada", anche se per pochi chilometri, perché superata la fascia periferica della città le corsie tornano ad essere una per ogni senso di marcia. La strada costeggia per un po' l'oceano, con scogli e onde a farci compagnia, poi si torna verso l'interno rimanendo comunque vicini alla costa per parecchi chilometri.
Il paesaggio è stavolta diverso dalla south island, meno prati verdi e pascoli, più agricoltura.
Decidiamo di fermarci dopo qualche ora di viaggio in un piccolo centro scelto piuttosto casualmente. In realtà la vista di un mulino a vento a poche centinaia di metri dalla statale ci ha incuriosito e così abbiamo trovato il pretesto per una piccola pausa ristoratrice. Niente di eccezionale, posto carino, forte vento che arriva dall'oceano e freddo. Giusto il tempo di qualche foto e siamo di nuovo in viaggio.
Arriviamo verso ora di pranzo a Whanganui, una piccola cittadina attraversata da un fiume piuttosto grosso di cui ignoro completamente il nome. La città appare immersa nel verde, con numerosi parchi e giardini e una passeggiata-strada commerciale veramente ben tenuta. Decidiamo di mangiare qualcosa prima di ripartire subito verso il Tongariro National Park.
Tra tutte le giornate di viaggio questa si rivelerà poi la più faticosa.
Subito dopo Whanganui la strada comincia a salire e si rivedono i paesaggi che ci avevano affascinato nell'isola del sud, boschi, prati verdi ma soprattutto pascoli pascoli e ancora pascoli. Superata la prima parte sbuchiamo in un tratto pianeggiante da dove si può finalmente vedere la maestosità di uno dei vulcani che formano il parco nazionale: Mount Ruapehu. Decidiamo di scendere a scattare qualche foto e mi appoggio inavvertitamente col braccio alla recinzione di un pascolo. Scopro a mie spese che la recinzione è elettrificata e mi arriva una botta al braccio come se avessi ricevuto una sassata. Passato lo spavento, continuiamo il viaggio. Lasciamo la State Highway #4 per inoltrarci verso il cuore del parco attraverso la Desert Road. Lo scenario cambia repentinamente. Iniziamo a tenerci il Ruapehu sulla destra mentre sulla sinistra si staglia maestoso il Mount Ngauruhoe, con la forma caratteristica di cono. Tutto attorno non c'è più traccia del verde che sin dal primo giorno ci ha incantato, ma solo rovi, cespugli, deserto.
Arriviamo a Whakapapa, località turistica ai piedi del Ruapehu e continuiamo la salita sino alla stazione sciistica. La strada si fa ripida e dopo 5km di sfrizionamenti involontari causa cambio automatico arriviamo in cima. Lo scenario è fantastico, la neve che si scioglie contrasta in maniera netta sulla nera roccia vulcanica di cui la montagna è fatta. Decidiamo di arrampicarci sino al punto indicato su google maps come "Mordor". In 5 minuti siamo lì e ci si apre davanti una gola profonda e ripida sul cui sfondo svetta il Ngauruhoe. Maestoso.

Riprendiamo il cammino verso Rotorua, destinazione della giornata, che dista ancora parecchio dal punto in cui siamo. Discendiamo verso la desert road e ci ritroviamo nuovamente sulla State Highway. Aggiriamo il parco nazionale concedendoci la visione dei boschi e dei laghi sino ad arrivare a costeggiare il Taupo, il bacino più esteso del paese. Abbandonata la costa ci reinseriamo nei boschi verso Rotorua, in quella che viene chiamata la Volcanic Valley.
Circa 20km prima di arrivare alla città decidiamo di effettuare una piccola deviazione per andare a vedere le pozze vulcaniche di Wai-o-tapu, che purtroppo risultano chiuse a causa dell'orario.
Veniamo però incuriositi dalla presenza di alcune macchine parcheggiate in prossimità di un ponticello. Ci fermiamo e indaghiamo. Poco più in là rispetto alla stradina troviamo un laghetto nel quale una decina di persone sta facendo il bagno. Da un lato e dall'altro due scale in legno per agevolare la discesa e la risalita al bacino. Il laghetto è formato da due torrenti che confluiscono perpendicolarmente uno, bollente dalla parte del ponticello e della strada, l'altro, freddo, parallelo alla strada. La temperatura dell'acqua del laghetto è calda, ma non abbastanza da ustionarsi. Unica controindicazione il fatto che le acque siano contaminate dal batterio della meningite. Basta non immergere la testa dice il cartello. Decidiamo di fidarci e di entrare. Dopo mezzora di meritato relax riprendiamo la marcia. Arriviamo a Rotorua al tramonto. Ostello, Coin Laundrette, cena, passeggiata notturna per la città (troviamo un ristorante italiano anche qua ovviamente) e letto, perchè dopo 600km di viaggio tra boschi, montagne, laghi e vulcani, un po' di sonno c'è.




lunedì 24 novembre 2014

NUOVA ZELANDA: Frodo e Sam alla ricerca dell'anello - South Island and Wellington

29/10/14 - 30/10/14 giorno 1

L'aereo parte da Melbourne alle 11:45 P.M. del 29/10 per arrivare a Christchurch alle 5:00 A.M. con una durata totale del volo di 3 ore e un quarto e 2 ore di fuso orario. Orario molto scomodo ma economicamente conveniente.. In aeroporto all'arrivo, cerchiamo un posto dove passare le 3 ore che ci separano dall'apertura dell'autonoleggio. Prima di tutto ci dirigiamo in un bar, nella speranza di fare una colazione discreta, ma ovviamente il concetto di cioccolata calda e pasta non è ben chiaro nemmeno ai neozelandesi. Dopo la disgustosa colazione, scegliamo un angolino secondo noi ideale per coricarci per terra con tanto di asciugamano, ma tempo 5 minuti e già una guardia è arrivata per ricordarci che lì non possiamo stare. Vagabondiamo un po', avvisiamo i familiari che siamo sani e salvi e cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare per raggiungere l'autonoleggio: utilizzare la cabina telefonica per chiamare l'autonoleggio e avvisare che siamo pronti per essere accompagnati dalla navetta che loro appunto, dovrebbero mandare. Arriviamo nel benedetto rent-car e prendiamo la benedetta macchina. Direzione Banks Peninsula e Akaroa.

La cosa che subito salta agli occhi è il verde. Non ho mai visto così tanto verde in vita mia. Sembrava di essere costantemente nello sfondo di Windows XP. Se dovessi riassumere quello che abbiamo visto in 5 giorni di viaggio nelle due isole, lo potrei riassumere così: PRATI VERDI, COLLINE VERDI, PECORE, CAVALLI, MUCCHE, PECORE, CAMPI VERDI, MUCCHE, PECORE, e... che altro? Ah, PECORE SU PRATI VERDI.
Consapevoli del fatto che nemmeno un mese sia sufficiente per visitare tutto il territorio, abbiamo deciso di fare una vacanza a fuoco, attraversando parte dell'isola del Sud (da Christchurch appunto) e parte di quella del nord, viaggiando per 1500 km in 4 giorni. Roba che chi soffre di mal d'auto non può sognarsi di fare.
Akaroa è un paesino di nemmeno 700 abitanti che mi ha ricordato tanto The Truman show. Tutto è perfetto, pacifico e silenzioso dove il crimine più grave che sia stato mai commesso è rubare una caramella da un bottega. E' tutto così tranquillo e rilassante che lo consiglierei a chi volesse ritrovare la propria pace interiore. E poi abbiamo beccato una bellissima giornata di sole, che insieme alla stanchezza del viaggio, ci ha aiutati a farci rilassare in un piccolo pacchetto vicino al molo.
Nel pomeriggio ci siamo spostati lungo la costa cercando invano di trovare il tratto che sbuca direttamente sull'oceano. Ci siamo accontentati allora di una passeggiata in spiaggia e di qualche foto al faro, e ovviamente del magnifico paesaggio visto dall'alto di una buona parte della penisola. Certamente anche qua tutto è verde e non possono mancare i greggi di pecore e gli allevamenti di mucche! Abbiamo beccato anche un'insolita casetta-rifugio con evidenti caratteristiche Maori con le tipiche statue in legno allungate con particolari espressioni... Sembrava di essere in un film...
Abbiamo deciso di passare la notte qua ad Akaroa, in un ostello backpackers molto carino, con le stanze ricreate all'interno di piccoli casotti nel cortile dell'ostello, di fianco ad un piccolo torrente con le papere. Dopo la notte in after, ci siamo addormentati alle 8 come due scemi...

31/10/14 - giorno 2
Direzione: Kaikoura (East Coast - south Island)
270 km a nord di Akaroa, si trova il territorio di Kaikoura. Si affaccia sull'oceano Pacifico ed è circondata dalle Alpi... Questo fa si che si crei un panorama bellissimo perchè le montagne sono vicinissime al ma
re e vedere la neve sulle cime e i pini e l'oceano... Fa un effetto mozzafiato. Nella strada che costeggia il mare, poco prima di Kaikoura, abbiamo deciso di fermarci in una spiaggia a caso, per fare qualche foto; ad attirare l'attenzione, oltre alla solita vista spettacolare, sono stati dei suoni di animali. Non ci ho fatto nemmeno caso dato che abbiamo visto e sentito tutte quelle mucche lungo la strada... Il suono era proprio simile al loro... Solo che non avevo pensato al fatto che fossimo in spiaggia... E infatti, non era nient'altro che il verso di due foche che facevano la lotta negli scogli! Assurdo! Ovviamente il tempo di prendere la fotocamera e avvicinarci, si erano già lanciate in acqua! Bella scena in ogni caso!! Senz'altro inattesa! Abbiamo avuto modo di vedere una foca anche in un'altra spiaggia. Questa volta era sola e prendeva il sole nelle rocce... E ci ha pure deliziato di una defecazione pubblica...
E per non farci mancare niente due minuti dopo ci sono passati dietro alcuni tipi con due lama al guinzaglio.
Dopo un pasto mediamente disgustoso in un fish and chips nel centro di Kaikoura abbiamo quindi ripreso il viaggio, destinazione Picton, piccola cittadina nel nord dell'isola, da dove partono i traghetti per Wellington. Arrivati 15 minuti prima della partenza al porto e senza il biglietto, siamo comunque riusciti a imbarcarci e a non "sprecare" la notte.
L'uscita dal porto di Picton è stata meravigliosa. Il traghetto ha infatti per la prima ora di navigazione attraversato il fiordo per poi sbucare nell'oceano. All'interno del fiordo decine di casupole raggiungibili solo dal mare, con un piccolo molo annesso e talvolta un accenno di spiaggia. Senza dubbio un posto dove rilassarsi non è difficile.. o dove nascondersi se non ci si vuole far trovare. A farci compagnia alcuni delfini prima e poi un meraviglioso e imponente albatross che ha seguito lateralmente la nave facendo il pelo all'acqua per poi risalire e rilanciarsi di nuovo verso la superficie.
L'arrivo a Wellington è alle 23. Facciamo giusto a tempo a recarci all'ostello scelto piuttosto casualmente da un volantino trovato sul traghetto, a scaricare i bagagli e a farci un doccia ristoratrice.
L'ostello è carino, anche se probabilmente essendo stato aperto da poco manca ancora di alcuni servizi ormai imprescindibili, tipo il wi-fi. Molto interessante la cucina-sala-spazio comune, davvero enorme e utilizzabile per le più svariate attività.
Dalle poche sensazioni che siamo riusciti a cavarne, la capitale appare come una città estremamente vivibile e a misura d'uomo. Piccola, ordinata, con un centro moderno ma non affollato e "soffocante" come può essere quello di una grande metropoli. Avrebbe sicuramente meritato una visita più attenta approfondita, ma il tempo a disposizione era davvero troppo poco.

RINNOVARE IL MEDICARE (la tessera sanitaria)

La vacanza che ci siamo concessi in Nuova Zelanda è in realtà partita con una forzatura... E a vacanza conclusa, ci siamo sentiti di ringraziare il governo australiano per le sue regole idiote. Tutto parte dal fatto che, con il nostro visto working holiday, il governo ci offre 6 mesi di assistenza sanitaria gratuita che poi in realtà si sono rivelati 5 e non si sa ancora il perchè. In ogni caso, il 2 settembre la ''tessera sanitaria'' è scaduta e quindi anche la copertura medica gratis. In realtà ce ne siamo accorti solo ad ottobre e così abbiamo deciso di informarci sui diversi metodi per rinnovarla.
I casi sono tre:
- rimanere senza copertura sanitaria gratuita e quindi sperare ogni minuto di non essere colpiti da un attacco di diarrea o essere investiti da un macchina in quanto la sola chiamata di un'ambulanza verrebbe a costare la bellezza di 2000 $ (per non parlare della permanenza in ospedale);
- pagare un'assicurazione privata e quindi spendere non meno di 50 $ al mese a testa per una copertura sanitaria basilare, per un totale di 600 $ in due per 6 mesi mancanti;
- lasciare l'Australia per almeno 1GIORNO e ripeto 1 GIORNO, tornare come se nulla fosse successo e chiedere il rinnovo gratuito per altri 6 mesi, della tessera sanitaria.

Abbiamo scelto la terza opzione ovviamente.

Partendo dal presupposto che uno, per quanto deficiente possa essere, non paga 2 biglietti aereo andata e ritorno tutto nello stesso giorno, la vacanza ''forzata'' diventa una buona alternativa. Ovviamente il caro governo australiano si è fatto tutti i calcoli prima di imporre questa idiota condizione, ossia ha pensato:
''cari belli immigrati, i soldi da qualche parte ve li dovrò pur prendere! Quindi, o me li date tramite assicurazione privata, o vi derubo quando avrete bisogno di un medico e non avrete copertura gratuita, oppure vi costringo a far girare il turismo facendovi spendere i soldi per un viaggio.''

Insomma, sta di fatto che i primi di ottobre abbiamo iniziato a capire quale fosse la meta più conveniente. Esclusa la Nuova Guinea, l'Indonesia, escluse le Fiji, è rimasta solo la Nuova Zelanda.
Ed ecco che il timore di aver bisogno di un medico, si trasforma magicamente in 700 $ di biglietti aereo. 29/10/14 - 03/11/14 biglietti prenotati.
Che poi a pensarci bene, se non fosse che la vacanza non era prevista e quindi anche la spesa del viaggio, 700 dollari per 2 biglietti andata e ritorno non è mica tanto!
Basta pensare che per guadagnare 700 dollari con uno stipendio medio-basso (quello di un O.S.S. o di una persona che serve nelle mense per intenderci), ci vogliono solo 28 ore di lavoro, ossia 3 giornate di lavoro e mezzo. Tradotto in euro, per una persona che prende 8 euro all'ora, sarebbero 225 euro andata/ritorno per due persone.

Aereo prenotato, ci mancava solamente capire cosa andare a vedere in Nuova Zelanda in nemmeno 5 giorni di viaggio, come muoverci e dove dormire. Tutto insomma.
Abbiamo poi deciso di scegliere dove dormire una volta arrivati lì, in base agli spostamenti, ma di prenotare una macchina a noleggio in anticipo. E udite udite! 5 giorni con un'utilitaria Nissan ritirata nell'aeroporto dell'isola sud e consegnata in un altro nell'isola nord, 150 dollari compresa l'assicurazione con copertura su qualsiasi tipo di danno.
150 dollari= 6 ore di lavoro= 48 euro

Ed eccoci pronti a partire, non prima però di aver comprato la guida turistica...


FRA





sabato 25 ottobre 2014

ROSSI C'E'!!!

Io ci ho provato a dire a Gabry che il post sulla Moto GP era più adatto a lui, ma non mi ha voluto sentire... Quindi ve lo beccate scritto da me...

05:00: La sveglia suona ma non ha di certo il suono di quando ci si alza per andare a lavoro! Lo zaino è già pronto: panini, acqua, telo dei quattro mori, fotocamere, biglietti d'ingresso. 
05:45: Luisa e Laura passano a prenderci e si parte, direzione Phillip Island! 

150 km - circa 2 ore di viaggio. Per la prima volta ci allontaniamo da Melbourne! Sono curiosa di vedere quale panorama ci accoglie! Per un buon tratto, vediamo sempre lo stesso scenario di Suburbs con gli stessi identici modelli di case e negozi. Poi pian piano questo viene sostituito dai campi. Immensi campi verdi pieni zeppi di mucche! Quante mucche abbiamo visto!? Taaaante. 
Poi proprio lì, sul ciglio della strada, giace lui. Un canguro. MORTO. Perchè?!?!!? Li ho visti allo zoo, ma quelli non valgono! Non sono ''veri''. Avevo la speranza di vederli durante il viaggio. Fin dalla partenza mi sono detta:''vuoi che in 150 km di periferia non ne veda uno!?''. Ed eccolo li, tutto tranne che saltellante. 
In ogni caso..

08:00-08:30: Siamo al circuito! E ora come passiamo le 7 ore che ci separano dalla gara? 

Il tempo di incontrarci con altri amici e parenti, fare i controlli e prendere i cartelli ''GO ROSSI'' e siamo dentro. Ci sistemiamo nell'ultima curva, quella che da vita al rettilineo verso l'arrivo. La cosa che subito da all'occhio è l'ordine e l'organizzazione. Ma sopratutto il fatto che il pubblico e la pista siano divisi da un'inferriata di un metro scavalcabile con molta facilità. Il posto è già affollato e tutti si sono portati da casa le proprie sedie pieghevoli e hanno preso posto. 
Fa freddo, il vento non si ferma ed è pure molto forte. Ci si augura smetta ma non lo farà per tutto il giorno. 
09:30: Basta stare seduti, andiamo in giro. Il posto è pieno di stand e capannoni con mostre di moto, vendita di cibo e gadgets. Passeggiamo costeggiando tutto il rettilineo e la tentazione di continuare a girare attorno alla pista è forte, ma è troppo lunga e ci vorrebbe troppo tempo. E' la vista dell'oceano a tentarci! proseguendo costeggiando il rettilineo infatti, si vede il mare, sempre più vicino, sembra dietro l'angolo! Ed in effetti lo è! Saranno 300 metri in linea d'aria! Ma non fa ad andare oltre. Così ci limitiamo a curiosare qua e la. Però siamo riusciti a vedere la griglia di partenza, e il podio. Che strano! Quello che hai sempre visto in tv, di fronte a te! 
Manca ancora molto alla gara, ma quelle minori sono iniziate e così anche il rumore dei motori! 
Man mano che gareggiano moto di cilindrata più grande, si sente crescere la forza del motore e del suono... e cresce anche la curiosità di sentire qual è quello delle moto più potenti.
E così hanno gareggiato la Moto3, seguita dalle premiazioni, la moto2 altrettanto susseguita dalle premiazioni e finalmente... dopo ore e ore... si inizia a sentire aria di Valentino.. Prima della gara infatti, tutti i piloti hanno sfilato in delle decappottabili per tutta la pista. 
Giro di prova: lasciando stare la safety car che si fa sgommando tutte le curve... ecco finalmente i piloti che testano il circuito... Che emozione! Sapere che ora sì, sono loro! E sfrecceranno a più di 300 all'ora! Ed è proprio in quel momento che mi chiedo se ci capirò qualcosa della gara. 
Grazie maxi schermo. 
E finalmente arrivano le 16:00! Le telecamere inquadrano il pubblico, scorgiamo una bandiera dei 4 mori! Non è la nostra però! C'è qualche altro sardo la in mezzo! E sorridiamo! I telecronisti annunciano che i piloti sono sulle griglie di partenza, lo schermo non mente! Le orecchie neppure! Ci siamo! Alla nostra destra sento un forte rombo! L'unione di tutti i motori a cui viene dato il via libera! Sembra passato un attimo che di fronte a noi, nella curva nella collinetta si vedono arrivare i primi che ancora stanno lì a lottare per sistemarsi e darsi un po' di distacco a vicenda. E girano l'angolo ed eccoli, in due secondi, sfrecciare davanti a noi! Per fortuna nella curva sono costretti a rallentare e ci danno modo almeno di definire le moto, perchè guardando nel rettilineo è impossibile avere il tempo di vederli. Sorpassi, cadute, tentativi non riusciti, ansia, velocità. 
Valentino è secondo, dopo Marquez. Ma dopo un po' di testa a testa e la caduta di un'infinità di piloti neanche fossero birilli, Valentino si trova al primo posto che nemmeno lui sa come. Ultimo giro, è certo sia suo il podio (sfiga permettendo). Aspettiamo con ansia che arrivi alla nostra curva, per vederlo un'ultima volta sfrecciare! In realtà non sarà l'ultima perchè passerà ancora una volta per salutare tutti... In ogni caso, è tutto finito troppo presto! Sono già le 16:50 e dobbiamo andare via! Sicuramente vedere questa gara rientra nella classifica (non so ancora di quanti posti) delle cose più eccitanti che abbia mai fatto! 
Si torna a casa. Tanta stanchezza ma anche tanta felicità e la sensazione di stranezza: Dove sono? Cosa ho appena fatto? Un anno fa non l'avrei mai detto.
E mi godo il ritorno di nuovo guardando dal finestrino tutto quello che posso. Perché chissà se ci tornerò mai, a Phillip Island o comunque in Australia. 
Niente canguri al ritorno, né vivi né morti. Solo mucche e cavalli e immensi prati verdi. 
Eccoci di nuovo a Melbourne.
Dopo anni vado a letto alle 21:00.
Sveglia alle 05:30, questa volta per andare a lavoro.













martedì 26 agosto 2014

ROYAL BOTANIC GARDENS


Che dire dei Royal Botanic Gardens!? Inizierei col dire: ENORMI; proseguirei con: BELLISSIMI... Innanzitutto girare 35 ettari di giardini in un giorno è pressoché impossibile, infatti ci servirà almeno un'altra volta per concludere il tour... Comunque ci abbiamo passato almeno 3 ore e sono state sufficienti per dare l'ennesimo 10 ai parchi e al verde di Melbourne. C'è anche da dire che siamo in pieno inverno (diciamo il 26 febbraio italiano) e quindi la primavera potrebbe regalarci uno scenario di fioriture ancora migliore; infatti non perderemo l'occasione di tornarci anche in primavera... Sta di fatto che sabato, continuando ad approfittare della bella giornata di sole, lasciati i Queen Victoria Market verso l'ora di pranzo (il momento peggiore per stare in un posto dove vendono cibo), ci siamo spostati a prendere un tram direzione R.B.Gardens. Facile intuire che un parco di queste dimensioni abbia tanti ingressi, infatti ne abbiamo scelto uno a caso per iniziare la camminata. Oppure si farebbe meglio a dire che appena abbiamo visto del verde, abbiamo deciso di scendere dal tram ipotizzando si trattasse già dei R.B.Gardens. In effetti ci sbagliavamo. Infatti abbiamo passato la prima mezz'ora in un altro parco vicino agli autentici Royal Gardens, chiamato Queen Victoria Gardens, fino a quando ci siamo trovati davanti ad un cancello che annunciava l'entrata ai ''Royal Botanic Gardens''. Inutile dire che ci siamo mossi totalmente a caso. Abbiamo attraversato immense distese di prato verde, incrociato statue, laghetti, papere, la Government House, un piccolo tempio, un enorme palco da eventi... e un'infinità di piante... Spettacolare! Il momento più divertente è stato comunque quello in cui ho concesso ad un gruppo di uccelli di mangiarsi un pezzo della nostra amata ciabatta; più precisamente ad allietare la nostra gita c'erano: le grey duck, ossia un tipo di papera; i porphyrio melanotus, altresì detto pollo sultano ( quello col petto blu); i white seagull, ossia i gabbiani.


WIKIPEDIA
Nelle immediate vicinanze del fiume Yarra, i Royal Botanic Gardens di Melbourne sono alcuni tra i più delicati e ammirati del mondo. Vi si trovano più di 10000 specie e oltre 50 000 piante, tra cui alcuni alberi e piante di grande valore culturale, in uno spazio di ben 35 ettari. Alcune di queste piante sono rare, se non addirittura estinte nella natura selvaggia dell'Australia e del resto del mondo. È molto importante garantire la sopravvivenza di questi esemplari fornendo loro un'adeguata quantità di acqua, bene tanto prezioso quanto poco presente nell'intera nazione. Proprio per questo all'interno dei giardini è possibile trovare un lago e un potente impianto di irrigazione e di riciclo dell'acqua piovana.

The Royal Botanic Gardens Melbourne are internationally renowned botanical gardens located near the centre of Melbourne, Victoria, Australia, on the south bank of the Yarra River. They are 38 hectares of landscaped gardens consisting of a mix of native and exotic vegetation including over 10,000 individual species.

QUEEN VICTORIA MARKET - day


800 metri quadrati di superficie, 8.5 milioni di visitatori nell'anno passato, 130 anni di vita ad oggi. Costruiti sopra un vecchio cimitero (914 corpi riesumati e tanti ancora sotterrati a livello del parcheggio), anno dopo anno i QUEEN VICTORIA MARKET si sono espansi esageratamente e sono diventati una delle attrazioni turistiche di Melbourne più visitate. Aperti 5 giorni alla settimana, nell'orario diurno ospitano centinaia di stand, bancherelle, botteghe, negozi di ogni tipo: carne, pesce, frutta, verdura, alimenti vari, souvenir, abbigliamento, oggettistica varia e così via. Entrare dentro i Market significa passarci tutta la mattinata ed esser presi da una compulsiva voglia di spendere e mangiare un sacco di cose. Gli alimenti esposti in maniera accattivante ed ''attraente'', chiamano il tuo portafoglio e gli dicono di approfittare dei prezzi evidentemente più bassi di quelli dei supermercati e fare la spesa per la settimana. Se avessimo la macchina, il danno sarebbe più che assicurato. Per fortuna le dimensioni dei nostri zaini limitano l'istinto di comprare tante cose. E poi bisognerebbe correre a casa a mettere tutto in frigo e in freezer, e con i bus e la metro e di nuovo il bus è pressoché impossibile! In ogni caso ci siamo limitati a comprare una profumata ciabatta (il pane) da uno dei mille panettieri. Per vedere tutto il mercato con attenzione, servirebbero delle ore, e in effetti ne abbiamo passato due la dentro, finché non ci stava venendo la nausea. I capannoni destinati non agli alimenti ma a tutti gli altri beni come abbigliamento, oggettistica e varie, sono coloratissimi! C'è da perdersi tra scarpe, calze, maglioni, pigiami e ''onesies'', i pigiami interi a forma di animali o personaggi tv.  ne ho ancora capito il senso, in quanto la settimana scorsa abbiamo visto in giro in un centro commerciale un ragazzo che ne indossava uno da draghetto e tranquillamente faceva la spesa.... Comunque dovrebbero essere solamente dei pigiami simpatici... Poi ovviamente ci sono le innumerevoli bancarelle di Souvenir: canguri e koala pupazzo, boomerang tipici, capelli australiani, cartoline, quadri, ma sopratutto scioccante trovare le pelli di canguro appese al soffitto ed esposte nel ripiano della bancarella, in aggiunta a quelle di mucca e altre. 
Sabato ha fatto una giornata spettacolare qua a Melbourne. Un sole bellissimo e decisamente caldo. Non so per quale assurdo motivo avessimo entrambi il giorno libero, abbiamo deciso di uscire di casa e girare di mattina i Queen Victoria Market e di sera i Royal Botanical Gardens. Macchine fotografiche cariche, memorie sd vuote, fettine impanate pronte e giubbotto strategico per eventuale cambiamento climatico. A piedi fino alla stazione di Heidelberg, metro fino alla stazione di Flinder e di nuovo a piedi per la città...  Due ore passate girando i Market e poi, tram direzione Royal Botanical Gardens!




HISTORY
Spread over 7 hectares, it is the largest open air Market in the southern hemisphere. The Queen Victoria Market was officially opened on 20 March 1878, a range of markets having operated from the site in varying forms prior to that date. In its 130 years, Queen Victoria Market has had a colorful and sometimes controversial history. During that time, the site has been a cemetery, a livestock market and a wholesale fruit and vegetable market. Each of these operations has its own history and an element of controversy. In 1917, when that Market was extended upon much of the cemetery site, 914 bodies were exhumed and re-interred at other cemeteries around Melbourne. Numerous bodies remain buried beneath the existing car park. A historic landmark spread over two city blocks, it’s a vibrant and bustling inner-city Market where you can shop for everything from Australian fruit and vegetables, and local and imported gourmet foods, to cosmetics, clothing and souvenirs. Last year the Market had over 8.5 million visitors.

-FRANCESCA-

giovedì 14 agosto 2014

LA GIORNATA TIPO - Fra

La mattina quando mi sveglio presto, fuori è ancora buio e tutti dormono. Tutti dormono ma gli alberi sono già vivi e abitati da una marea di uccellini e pipistrelli mattinieri! Ognuno ha una sua melodia particolare che sembra uscire dalla bocca di una persona che fischietta una canzone. I pappagalli invece assomigliano più ad una gallina sguaiata, ma sono simpatici! I pipistrelli poi, silenziosi, svolazzano da un albero all'altro trovando il giusto ramo su cui appendersi... Poi ci sono gli opossum, dei marsupiali che vivono prevalentemente sugli alberi, sgranocchiando i frutti della pianta. Pare che ce ne sia uno che vive nel nostro tetto, ma sembra fatto apposta, non si fa mai vedere. Usa la sua coda lunga e grossa per tenersi stretto al ramo... Nella foto sembra più brutto di quello che è realmente. 

Comunque vorrei ancora una volta sfatare il mito che qua bisogna aver paura degli animali sia in casa che mettendo il naso fuori dalla porta. Vado alla fermata del pullman, il 513 direzione Glenroy, che mi porterà a lavoro. Ora che abbiamo cambiato casa, abbiamo una vista mozzafiato della CBD di Melbourne ossia il Central Business District; il cuore della città per intenderci. E' ancora buio e quando l'aria è pulita, i grattacieli illuminati sono uno spettacolo. 
Per fortuna siamo al 14 agosto, il 14 febbraio italiano, e il sole sorge sempre prima. E per fortuna l'inverno non è rigido, anche se qua continuano a lamentarsi del freddo! 
In ogni caso, in dieci minuti sono a lavoro. Dopo quattro mesi per fortuna non c'è più il problema di attraversare la strada con la paura di essere investita! Quello che ancora mi fa venire dubbi è la direzione di arrivo e verso dove va il bus, ma con un po' di impegno non sbaglio! 
Ormai ho quasi imparato: posso attraversare nelle strisce solo dopo aver ''chiamato'' il verde del semaforo schiacciando il pulsante e quando da questo arriva il suono tipico di  quando si può attraversare (questo bip non lo dimenticherò mai);
poi... prima guardo a destra, poi a sinistra per attraversare,  l'entrata del pullman è dalla parte opposta rispetto a quella in Italia ossia alla sinistra dell'autista... 
poi... devo sempre avere il Myki a portata di mano ( la tessera-biglietto), appena salgo devo fare ''touch-on'' nell'apposito dispositivo, quando esco devo fare ''touch off'. Possibilmente ringraziare l'autista quando scendo dal bus! 
In ogni caso, la mattina arrivo a lavoro decisamente assonnata e già dalle sette del mattino mi devo sentir dire: ''Hi! How are you!?'' ''Hi! How is going!?'' 
E SENTIRMELO CHIEDERE ALMENO 10 VOLTE DURANTE TUTTA LA GIORNATA
E basta! Tanto cosa pretendete, che stia li a dire cosa va e cosa no!? La risposta sarà sempre: ''Good thanks!'' per farla breve! E così fan tutti! Quindi non chiediamocelo e basta no?
Non basta la full immersion in inglese multietnico a confondermi la testa? Inglese pronunciato da indiani, pachistani, italiani, cinesi, vietnamiti e forse anche australiani! 
Comunque, dopo le ore di opportuno e mediamente stancante lavoro, torno a casa a rilassarmi un po'. Ora che abbiamo un vero e proprio salotto con tv, non c'è niente di più utile e rilassante allo stesso tempo di buttarsi sul divano e imparare un po' di inglese per osmosi guardando idioti programmi stile real time. Se i coinquilini sono in giro per casa, possibilmente scambiare un po' di parole con loro, chiedere ogni tanto di parlarepiùlentamenteenonconquell'incomprensibilepronunciaaustraliana.
In ogni caso sempre meglio dei bengalesi precedenti! Anche se non ci voleva tanto a trovarne di più socievoli e normali...
E la giornata tipo finisce così, con una cena consumata nel salotto seduti sul divano stile ''The big bang theory'' e poi a letto pronta per la giornata successiva...




domenica 27 luglio 2014

Di casa, di football e di altre sciocchezze

E' passato più di un mese dall'ultimo intervento, tante novità, tante nuove esperienze.
Innanzitutto, in ordine di importanza:

CASA
Il nostro contratto si avvia al termine e quindi da bravi ragazzi ci siamo messi per tempo a cercare una nuova sistemazione. Classico giro nei soliti siti (il solito gumtree, ma anche flatmates si è rivelato utile) e primi problemi. Pare che molti affittuari infatti ce l'abbiano a morte con le coppie, non si sa bene il perché, sta di fatto che molte belle stanze larghe e con letto matrimoniale siano destinate a single. Secondo problema: il costo. Per i primi 4 mesi abbiamo infatti pagato 170$/week + bills, senza dubbio un ottimo affitto, ma decisamente sotto mercato. La nostra intenzione era di rimanere su questo range di prezzo. Il prezzo di mercato di una doppia per coppie e solitamente superiore ai 200, con una soglia standard di 230/240.
Terzo problema: location. Appena arrivati a Melbourne infatti, poco sapevamo della città, e un posto sarebbe valso l'altro, vista la completa assenza di impegni lavorativi. Diversa è invece la situazione di adesso.
Dunque, ricapitolando: stanza per coppie, sotto i 200$ per settimana nella zona nord di Melbourne.
Il primo annuncio a cui abbiamo risposto era poco lontano da dove viviamo ora, non Fairfield, ma Ivanhoe in compagnia di un simpatico insegnante di musica un po fricchettone sulla 50ina. Casa vecchiotta, salotto accogliente, bagno e cucina pessimi. A disposizione due stanze, la prima più grande con l'armadio a muro ma con un prezzo sopra la nostra soglia, la seconda più piccola, prezzo in linea con le aspettative, ma nessun armadio! Abbiamo deciso di prenderci un po di tempo e di vedere altro.
Seconda casa, più vicino alla city rispetto a dove viviamo ora. Bella casa, grande, accogliente e soprattutto bella compagnia, 5 ragazzi australiani e una inglese in partenza per le farm (sua la stanza che si veniva a liberare). Bella comitiva affiatata senza dubbio, casa "viva",ottimo prezzo e soprattutto l'occasione di una vera full immersion nell'inglese, cosa che ci è effettivamente un po mancata in questi primi 4 mesi
Purtroppo, quando abbiamo provato a richiamare per bloccarla ci è stato detto che la stanza era stata data a un altro/a pretendente, anima in pace e pazienza.
Terza casa, zona Heidelberg un po più lontani dalla city, ma vicini a dove lavora Fra.
La casa è abitata da una famiglia italiana con due figli, 12-14 anni trasferitasi a Melbourne due anni fa. Fra è dovuta andare sola a perlustrare il luogo a causa di un mio impegno di cui parlerò dopo.
Da quanto mi ha detto, la casa è molto carina, prezzo in linea, bagno riservato (!). La casa si trova nelle hills, quindi salite e discese a non finire e visto che per ora l'unico nostro mezzo di trasporto è la bici la cosa può essere un fattore negativo. Sta di fatto che visto il poco tempo, e visto il fatto che è a meno di 2km dal posto di lavoro, la scelta è alla fine ricaduta su questa casa.
Ora stiamo iniziando a impacchettare qualcosa, manca più di una settimana al trasloco, ma se riusciamo a trasportare tutto in più tappe sarebbe meglio.
Tristano, il nostro simpatico coinquilino ( ma anche no) si è offerto di accompagnarci e almeno in questo si è dimostrato utile..

LAVORO
Poco da dire per Fra. La situazione è rimasta invariata.
Tanti alti e bassi per quanto mi riguarda.
Dopo essere tornato all'autolavaggio  a metà giugno vista la difficoltà a trovare qualcos'altro, la situazione è tornata di nuovo a peggiorare in quanto dopo una prima settimana di duro lavoro, le giornate disponibili sono iniziate a diminuire sino ad arrivare a essere due alla settimana, cosa assolutamente non accettabile.
Mi sono quindi armato di buona volontà e complice una dritta arrivata al momento giusto ho deciso di prendere due certificati legati alla ristorazione che possono aprirmi le porte a lavori più seri del classico lavapiatti/cameriere in nero che comunque inizia a scarseggiare. Al modico prezzo di 40$ e 60$ ho dunque conseguito le certificazioni in RSA (Responsible Service of Alcohol) e di Food Safety Handler, richieste e necessarie nelle strutture ricettive serie ma anche e soprattutto in tutti quei servizi come ospedali, case di cura e quant'altro dove è comunque presente una cucina.
Ho quindi iniziato a portare curriculum anche presso queste strutture che prima mi erano in qualche modo "interdette" per la mancanza di questi certificati, e sono riuscito a strappare un ottimistico colloquio presso Assisi, la casa di cura dove anche Fra lavora.
Pare che ora siano in attesa del mio police check, poi si vedrà.

Ho nel mentre sostenuto un colloquio presso una scuola privata di italiano che si è però concluso con un nulla di fatto.

USCITE & VARIE
Capita spesso che tra lavoro e scazzo ci si dimentichi di essere a Melbourne.
Abbiamo quindi deciso di schiodarci dal torpore in cui ci ha portato questa casa triste e uscire!
Southern Star @ Docklands
Tra le cose che siamo andati a vedere di recente, molto carini sono stati i fuochi d'artificio ai Docklands, forse un po sotto le aspettative, ma comunque meritevoli di una passeggiata, soprattutto perché vicino ai docks c'è la ruota panoramica, la "Southern Star" che con le luci e i colori della notte è proprio un bel vedere.


Lo scorso weekend ho anche avuto l'opportunità di fare il volontario presso RESULTS, un'associazione che si occupa di tematiche relative alla malnutrizione e alle malattie nei paesi in via di sviluppo. Loro cercavano qualcuno facesse qualche foto durante i due giorni di convegno nazionale, a me piace fotografare. Non c'è bisogno di aggiungere altro penso.
Qua potete trovare il frutto del mio lavoro
Results - National Conference
Ma la cosa più apprezzata è stata soprattutto il bigliettino con annesso regalo di ringraziamento per aver prestato il mio tempo alla loro iniziativa. Niente di sensazionale, sia chiaro, ma pur sempre un gesto semplice e graditissimo.

Giornata particolarmente intensa ieri.
Mattinata spesa a manifestare per Gaza, ad ascoltare le testimonianze dei tanti palestinesi che hanno deciso di arrivare in Australia nella ricerca di una vita migliore a quella a cui l'apartheid sionista li obbliga.


Serata sportiva al MCG, Melbourne Cricket Ground uno degli stadi più grandi al mondo, capace di ospitare, secondo Wikipedia, quasi 100mila spettatori. Sfida al vertice tra i "Falchi" di Hawthorn (un sobborgo di Melbourne) e i "Cigni" di Sidney.

Il football australiano è lo sport nazionale del posto ed è una sorta di rugby con alcune caratteristiche proprie. Si gioca in 18 contro 18, più una panchina di 7 giocatori, ci sono i cambi volanti come nel basket e nel calcio a 5 e il campo copre un'area grande circa 3 se non anche 4 campi da calcio. Ne consegue che se l'azione si svolge dall'altra parte del campo è un po' difficile da seguire. Fortuna (e tecnologia) vuole che il MCG sia dotato di due mega schermi che aiutano in questo.

Obiettivo delle due squadre è quello di fare gol, e fin qui niente di particolarmente originale. Particolarità del football australiano è però quella di avere le porte formate da 4 pali disposti in linea retta sui lati corti del campo (non sarebbe nemmeno corretto chiamarli lati vista la forma ovale del campo da gioco). I due pali centrali sono più alti rispetto a quelli laterali. Il gol si ottiene quando la palla viene calciata all'interno dei due pali centrali e vale 6 punti. Se la palla viene calciata nelle due porte laterali non si parla di gol ma semplicemente di punto, uno per l'esattezza. Se la palla calciata in mezzo ai pali centrali viene toccata o deviata da un qualsiasi giocatore si fa comunque un punto.
Altra regola particolare del football australiano è la presenza del "mark". Si ha un mark quando il passaggio fatto col piede copre almeno 15m ( a occhio ) e viene preso da un compagno al volo. Se ciò avviene il giocatore in possesso della palla non può venire placcato per un tot di secondi (forse 7) ed è quindi libero di vedere il gioco e passare più facilmente la palla a un compagno.
Va da sé l'importanza di questa regola se ciò avviene all'interno dell'area dei 50m vicini alle porte, in quanto il giocatore in possesso è libero di calciare la palla all'interno delle porte senza nessuna ostruzione.
La partita dura 80 minuti effettivi divisi in 4 tempi da 20 con due mini break alla prima e alla terza interruzione e il canonico intervallo a metà gara.
Comunque, lo sport è emozionante e facile da seguire, uno stadio da 100mila posti quasi pieno fa emozionare più della partita stessa e soprattutto gli Hawks, squadra di cui un mese fa ignoravo l'esistenza, hanno battuto i rivali del Sidney grazie a un terzo quarto di gioco favoloso (mi è stato poi spiegato che il 3° è il più importante dei quattro tempi) e li ha agganciati in cima alla classifica, cosa alquanto inutile in quanto dopo la regular season si va ai playoff quindi basta essere nei primi 8 per giocarsi il campionato, ma una vittoria fa comunque morale :D
Vi lascio con l'inno della squadra che è stato suonato per 10 minuti buoni alla fine della partita perché We're a happy team of Hawthorn!