Melbourne

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giovedì 5 marzo 2015

GIORNO 28 - BRISBANE

GIORNO: 03/03/15
STATO: QUEENSLAND
KM GIORNALIERI: 100 km
PARTITI DA: Caboolture
ARRIVATI A: Brisbane

Brisbane oramai è vicina; solo una quarantina di km ci separano. L’idea di girare nuovamente in città ci entusiasma, ma sappiamo già che la ‘’nostra’’ Melbourne è mille volte più bella. 
Valter e Monica ci avevano un po’ accennato cosa andare a visitare e così decidiamo di orientarci immediatamente verso il South Bank, al di la del fiume che attraversa la città. In effetti capiamo fin da subito che le cose interessanti sono tutte lungo la passeggiata che costeggia il fiume, ma decidiamo comunque di avvicinarci al centro informazioni. 
Brisbane CBD
La vista dei grattacieli che riflettono sul fiume, ci ricorda un po’ lo Yarra e i palazzi di Melbourne, ma sono sicuramente inferiori di numero. Il parco che stiamo attraversando, si estende in lunghezza, affiancando la riva. La passeggiata, all’ombra, è data da una fitta serie di piante rampicanti su dei pali curvi; il loro insieme ricorda un po’ la colonna vertebrale di un serpente. 
Anche Brisbane offre ai cittadini e ai turisti una piscina gratuita, con le sembianze di una spiaggia. Da un lato, la riva sabbiosa e i bambini che giocano nell’acqua bassa; dall’altro, il bordo cementato e i 2 metri di profondità. Decidiamo di concederci la piscina nel tardo pomeriggio e proseguire la nostra passeggiata, gustandoci un cornetto pagato la bellezza di 4$. 
Dei traghetti fanno la spola da una parte all’altra dei margini del fiume percorrendolo nella sua interezza. Scopriamo si tratta del City Hopper, ossia un traghetto gratuito che attraversa il fiume dando la possibilità ai passeggeri di scendere in una delle diverse fermate, in entrambe le rive. Saliamo a bordo. Fotocamera e action camera pronte a scattare e filmare: anche Brisbane ha il suo fascino da offrire. Alla nostra destra un muraglione roccioso di qualche decina di metri delimita il fiume. Un maestoso ponte congiunge due punti della città alle nostre spalle e una serie di grattacieli brillano al sole davanti a noi e alla nostra sinistra. Si affacciano sull’acqua una fitta rete di locali, bar e ristoranti, di quelli che leggi il menù e decidi di andare oltre. Il giro sul traghetto, per tornare al punto di partenza, dura circa un’ora; siamo parecchio stanchi e abbiamo bisogno di rinvigorirci. Ma non è ancora ora di buttarsi in acqua. Decidiamo ancora una volta di unire l’utile al dilettevole facendo una visita al Queensland Museum e alla sua aria condizionata. 
Animali imbalsamati, decine di riproduzioni e fossili, riempiono le teche nelle sale. Medaglie e cianfrusaglie di due soldati impegnati sulle trincee del fronte occidentale (cose che chiunque di noi riesce a trovare tranquillamente in casa tra nonni e bisnonni), qualche antico reperto sportivo, ancora una marea di insetti stecchiti parcheggiati in dei cassetti. 
Sono le 5 ed è ora di entrare in acqua. Ad un metro dai nostri asciugamani, due ragazzi italiani. Bastano 2 minuti per renderci conto che uno di loro l’abbiamo incontrato 2000 km prima a Cape Tribulation, in un campeggio. Passiamo un’oretta con loro come sempre a raccontarci le nostre esperienze e sopratutto quello che ci piacerebbe fare nel tempo; uno di loro ha lavorato nei campi di fragole per parecchi mesi e ora si sta concedendo una vacanza. L’altro invece a breve andrà a lavorare in una fattoria di mucche, in cambio di lezioni di equitazione. 
Il sole scende velocemente dietro i palazzi e sono solamente le 19:00 che è quasi buio. 
Brisbane CBD @ night
Cerchiamo un posto un po’ fuori dal centro per cenare e poi decidiamo di tornare verso i grattacieli per qualche foto notturna. Le luci della città, qualsiasi essa sia, ci incantano ogni volta. Attraversiamo la città con il van e dove possiamo mettiamo la testa fuori dal finestrino per cercare di scorgere gli ultimi piani dei palazzi. Nel lungo ponte che collega la parte sud con quella nord della città, illuminato di rosso ai lati in tutta la sua lunghezza, scorgiamo la passerella pedonale. Potrebbe essere un’idea quella di attraversarlo e fermarcisi nel mezzo per alcuni scatti sul fiume e i palazzi nello sfondo. Così facciamo. Il van è parcheggiato proprio all’entrata, davanti alle scalette che danno inizio alla passerella. Alla nostra sinistra le macchine sfrecciano ed entrano sul ponte, creando sull’asfalto delle vibrazioni che ci fanno ricordare di essere su una struttura flessibile. I camion ancor di più danno quasi la sensazione di un lieve terremoto. 
Lungo la strada, scorgiamo dei cartelli con su scritto ‘’help line’’ e un numero di telefono. Lì per lì non ci facciamo caso, ma più in la, circa nella parte centrale del ponte, la stessa scritta è accompagnata dalla frase ‘’There is hope, there is help’’; poco più in la, una cabina telefonica. Capiamo che questi messaggi sono dedicati a tutte quelle persone che scelgono il ponte come luogo in cui mettere fine alla propria esistenza. La sensazione che si è creata non è delle migliori; pensierosi, ripercorriamo la strada per tornare al van. 
Al molo decidiamo di prendere nuovamente il traghetto che di mattina ci ha scorrazzato lungo il fiume. Questa volta lo scenario ha un fascino diverso, quello delle luci delle mille finestre dei grattacieli dello skyline di Brisbane. 
Non avevamo di certo bisogno dell’oscillare del traghetto, per dormire profondamente dopo 10 minuti, ma di certo è stato d’aiuto per conciliare il sonno. Questa volta ad ospitarci per la notte è un parco antistante una spiaggia. Per fortuna il caldo del giorno ha lasciato spazio ad un venticello fresco e piacevole durante la notte, tanto da desiderare il lenzuolo nelle prime ore del mattino. 

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